La terapia manuale funzionale è molto adatta al trattamento del neonato, del bambino e dell’ adolescente in quanto ben tollerata ed efficace. 

È gradita dai piccoli pazienti che si lasciano guidare, rilassare dalle mani del terapista. È efficace nel migliorare e rimuovere le disfunzioni, ovvero le alterazioni della struttura, della forma e del movimento di tutte le strutture articolari, muscolari e miofasciali.

L’alto grado di plasticità presente nelle strutture in via di sviluppo consente di prevenire anche possibili patologie muscolo-scheletriche e può evitare la comparsa di sintomi e l’uso eccessivo e dipendente da farmaci antinfiammatori in vita adulta. Il trattamento manuale offre al giovane paziente la capacità di rispondere il più efficacemente possibile alle disfunzioni e di crescere dentro a un corpo sano e funzionale

Durante la seduta le frasi che mi sono sentita dire dai piccoli pazienti sono state strabilianti perchè prive di filtri e pregiudizi. I bambini fin da neonati hanno coscienza del bene (o del male) che gli si sta facendo e possono bloccare le mani del terapista se queste non stanno rispettando il loro ritmo.

Una volta un bambino mi disse: “sento proprio che prima il corpo fa tan-tan-tan velocissimo e poi va piano e si calma”. Mentre spesso è bellissimo notare come durante la terapia i neonati si addormentano o sono “stranamente” energici e vivaci.

Il lavoro manuale sui neonati e sui bambini si ripercuote sul sistema emotivo e neurovegetativo (sonno, respirazione, digestione) in modo più rapido rispetto all’adulto..

È importante dire che spesso la terapia manuale deve affiancarsi o integrarsi a terapie mediche o chirurgiche e quindi non è la terapia esclusiva.

Spesso la plagiocefalia funzionale non sinostosica è legata a fattori prenatali e perinatali (prematurità, primiparità, travaglio prolungato, malposizionamentro fetale alla nascita, uso di forcipe o ventosa che producono compressione prolungata sulla testa del neonato:

  • Scoliosi: deviazione laterale della colonna vertebrale: La scoliosi strutturale è una deformazione vertebrale che non è totalmente riducibile. La scoliosi funzionale invece lo è. Si associa spesso a disfunzioni o asimmetrie del bacino e del capo, turbe vestibolari (equilibrio) o visive. Le scoliosi idiopatiche esistono nel bambino (<3 anni); nel giovane (3-10 anni); nell’ adolescente (dai 10 anni fino alla crescita scheletrica).
  • Cifosi: aumento della curva vertebrale visto il soggetto di profilo in cui appare una convessità posteriore associata a un appiattimento anteriore più grande del normale. Sono più frequenti a livello toracico.
  • Lordosi: aumento della curva vertebrale visto il soggetto di profilo in cui appare una concavità posteriore associata a una convessità anteriore. Le curve lombare e cervicale sono più esposte a questa disfunzione.
  • Cifosi e lordosi spesso si associano e possono essere l’una conseguenza dell’altra. Esiste anche una cifosi (inversione di curva) a livello cervicale o lombare spesso che origina da un esito post-traumatico.
  • Petto escavato e carenato: il primo è una deformazione della gabbia toracica anteriore in cui lo sterno è depresso in una forma concava; il secondo invece è una deformazione in cui lo sterno è “carenato” in una forma convessa. Queste condizioni sono associate a un disordine genetico o a scoliosi.
  • Disfunzioni somatiche vertebrali: sono alterazioni della mobilità vertebrale nei diversi piani dello spazio dovute spesso a traumatismi o compressioni prolungate. I livelli più colpiti sono il tratto lombare; dorsale alto e cervicale. I sintomi spesso si ripercuotono sulla sfera viscerale (dolore addominale o turbe del sonno o digestive) perchè esistono correlazioni tra corpo e organi dovute ai molteplici riflessi sommato-viscerali.
  • Frattura della clavicola: spesso accade durante il parto e possono essere colpite o incomplete. Si nota che il movimento del braccio del neonato è limitato o assente. Serve comunque la conferma diagnostica radiologica. Bisogna fare diagnosi differenziale con le lussazioni di spalla, le fratture omerali e lesione del plesso brachiale.
  • Lesione del plesso brachiale: spesso accade per un impegno difficile del feto durante la fase espulsiva e si associa a distocie di spalla
  • Disfunzioni del piede: “il piede che rientra”, la camminata sulle punte o la caduta della volta plantare che fa sembrare il “piede piatto” possono produrre difetti nella marcia o produrre distorsioni frequenti
  • Disfunzioni della gamba: torsione tibiale si nota tra 1-2 anni e il bambino risulta goffo, cammina sulle punte con le dita indentro e cade facilmente; la torsione femorale si ripercuote in una rotazione di ginocchio indietro o in fuori con asimmetria di rotula, spesso il bambino cammina sulle punte e si siede con le ginocchia a W; ginocchio varo e valgo indicano un difetto di angolazione tra femore e tibia. Ricordiamo che il bambino fino a12 mesi circa ha un varismo (gambe a “O”) fisiologico che si trasforma progressivamente in valgismo fisiologico (gambe a “X”) da 1 a 3 anni (periodo del picco del valgismo) per poi ridursi fino a un leggero valgismo normale intorno ai 7 anni.
  • Disfunzioni delle anche: la più frequente è la displasia dell’anca dovuta a uno sviluppo insufficiente dell’ acetabolo che può portare a sublussazione e lussazione. Alla nascita l’acetabolo è poco profondo quindi è più vulnerabile e può portare a instabilità dell’anca. E’ importante evitare pressioni degli arti inferiori in estensione e rotazione esterna, mentre la posizione più protettiva per evitare la lussazione è in flessione, abduzione e rotazione esterna degli arti inferiori.
  • Turbe ORL (Otiti, Riniti, Sinusite, Faringite e tonsillite)
  • Turbe respiratorie (Respirazione buccale, Apnee notturne, Bronchiolite,Asma)
  • Disturbi oculari (Ostruzione del dotto lacrimale, Strabismo,Astigmatismo, Miopia, Ipermetropia)
  • Turbe digestive (Turbe della suzione e della deglutizione, Rigurgito e reflusso gastroesofageo, Costipazione)
  • Malocclusioni e disfunzioni orofacciali.